A 70 anni dalla Dichiarazione Schuman e a più di un decennio dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona molte cose sono cambiate in Europa e nell’UE.

Accanto alle numerose conquiste fatte e agli indubbi progressi raggiunti – tra cui il periodo più lungo di pace dal secondo conflitto mondiale, la realizzazione del mercato interno, la tutela e l’ampliamento dei diritti e delle libertà dei cittadini – non è possibile ignorare le spinte centrifughe e disgregatrici che stanno operando all’interno di molti paesi europei.

Certamente, la crisi economica dell’ultimo decennio, le ondate migratorie e i sussulti mai sopiti del terrorismo internazionale contribuiscono enormemente a instillare negli europei sentimenti di paura e di malcontento sociale, ma più di tutto, occorre temere l’avanzata di populismi e sovranismi (spesso accompagnati da inaccettabili manifestazioni di violenza e razzismo), che serpeggiano prepotenti tra ampi strati delle popolazioni europee, fomentando fenomeni di intolleranza e di odio, che possono seriamente mettere in pericolo la convivenza civile e le istituzioni democratiche.

A peggiorare la situazione, l’Europa e il mondo intero stanno affrontando la sfida più difficile da un secolo a questa parte: la pandemia causata dal Covid-19 che, oltre a contagiare milioni di persone e a mietere migliaia di vittime, sta producendo una gravissima crisi economica, acuendo le diseguaglianze sociali, mettendo in pericolo i diritti fondamentali e minando le basi della vita democratica. Il tutto aggravato dal dilagare di fake news e campagne di disinformazione e denigrazione portate avanti con studiata sistematicità da negazionisti e sostenitori di posizioni antiscientifiche.

Per rilanciare la democrazia e mettere la partecipazione dei cittadini al centro del dibattito su come affrontare le sfide interne ed esterne dell’Unione europea, facendo sì che possa garantire ancora prosperità e benessere ai suoi cittadini in un mondo pacificato ed equo, viene ufficialmente lanciata la Conferenza sul futuro dell’Europa1.

Come ribadito dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è giunto il momento di elaborare una nuova visione per il futuro, perché cittadini e imprese possano soprattutto trarre vantaggio dalla transizione verde e digitale. In quanto evento democratico paneuropeo, la Conferenza sarà un nuovo forum pubblico per un dibattito aperto, inclusivo, trasparente e strutturato con i cittadini, vertente su una serie di priorità e sfide, tra cui:

  • la salute;
  • la lotta ai cambiamenti climatici e ai problemi ambientali;
  • un’economia al servizio delle persone, l'equità sociale e l'uguaglianza;
  • la trasformazione digitale dell'Europa;
  • la promozione dei valori europei;
  • il rafforzamento della voce dell’UE nel mondo;
  • il consolidamento della democrazia europee.

Dopo la firma della Dichiarazione congiunta da parte delle tre principali istituzioni europee2, avvenuta il 10 marzo 2021, la Conferenza – sarà ufficialmente avviata a maggio e si protrarrà fino alla primavera 2022: sarà un’opportunità unica per cercare soluzioni condivise alle sfide che si prospettano per l’avvenire dell’Unione; sarà gestita su un piano di parità da Parlamento, Commissione e Consiglio e comporterà un forte coinvolgimento dal basso di cittadini, enti, imprese e associazioni.

OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO

  1. Favorire la conoscenza dei valori fondamentali dell’UE e delle priorità della Commissione europea, all’interno di Università, Centri di ricerca e di alta formazione, enti locali e società civile, attraverso iniziative sui temi della Conferenza sul futuro dell’Europa;
  2. Permettere ai cittadini di approfondire uno o più aspetti suggeriti dal tema del progetto, così come delineati dalla Conferenza sul futuro dell’Europa, considerando anche le sfide imposte dalla pandemia e dalle sue conseguenze, che hanno messo in discussione i fondamenti dell’integrazione europea e minato la sua compagine economico-sociale. Ogni CDE potrà privilegiare la prospettiva che meglio si adatta ai propri target di riferimento, scegliendo uno o più temi di proprio interesse: dai tre pilastri su cui si fonda l’UE (il mercato unico e la libera circolazione, l’euro e il Patto di Crescita e di Stabilità, la concorrenza e la legge sugli aiuti di Stato), che sono stati duramente scossi dalla pandemia, a quelli del green deal europeo, dell’economia solidale, delle politiche occupazionali, dell’economia sociale, dell’Europa digitale, della salvaguardia dello stile di vita europeo, dei diritti e libertà, della tutela dei più deboli, dell’Europa come attore globale, della partecipazione dei cittadini, dell’informazione libera e veritiera, della salute…, tutti aspetti che saranno al centro del dibattito, al fine di elaborare riforme istituzionali e politiche in molteplici settori della governance;
  3. Promuovere ove possibile sinergie e iniziative in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, l'Ufficio d'Informazione in Italia del Parlamento europeo, le altre Reti della Commissione europea in Italia, gli uffici delle strutture ospitanti, gli enti pubblici, le imprese, le organizzazioni giovanili e le associazioni di volontariato, per aprire un dibattito a 360° sul nostro futuro comune europeo;
  4. Privilegiare un approccio dal basso verso l'alto e un’attiva partecipazione dei giovani e dei cittadini, per ripensare l'Unione europea domani, coinvolgendoli negli eventi organizzati dai CDE anche attraverso, eventi culturali, campagne promozionali, laboratori didattici, condivisione di esperienze e buone pratiche, diffusione di informazioni sulle istituzioni e le politiche europee e sulle opportunità che l’Unione europea offre ai giovani, per studio, lavoro e mobilità;
  5. Promuovere l’utilizzo della piattaforma della CoFE presso i propri target di riferimento, affinché venga utilizzata per l’inserimento di idee, proposte, eventi.

 

1 COM(2020) 27 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio: Dare forma alla Conferenza sul futuro dell’Europa

2 Dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa