Il VALORE della MONTAGNA: dal FORAGGIO al FORMAGGIO per una ZOOTECNIA RESILIENTE

Condivisi i primi risultati del progetto IALS

in un webinar aperto a tutti che si è svolto online l’11 novembre 2020

Mercoledì 11 novembre 2020, grazie all’organizzazione dell’Associazione Ars.Uni.Vco, si è tenuto un webinar di presentazione dei primi risultati del progetto IALS ottenuti da 18 ricercatori provenienti dalle tre Università statali italiane di Milano, Tuscia e Napoli.

L’evento, moderato dalla prof.ssa Anna Gaviglio dell’Università degli Studi di Milano – Vespa, referente scientifica del progetto, ha visto la partecipazione di ben 120 uditori. Sono intervenuti all’incontro la dott.ssa Valentina Cairo Project Manager di AGER – Agroalimentare e Ricerca, il dott. Gianmauro Mottini Presidente della Federazione Interregionale Piemonte e Valle d’Aosta dei Dottori Agronomi e Forestali ed il dott. Alessandro Prina delegato dell’Istituto Agrario Fobelli di Crodo.

I relatori hanno riportato il lavoro di ricerca di gruppi specializzati in nutrizione animale, chimica analitica e sistemi di produzione animale e in economia agraria, economia ambientale, scienze dei consumi e marketing territoriale [cliccando sui collegamenti vengono rese disponibili le slides degli interventi ].

Presentazione del progetto

di Anna Gaviglio – Università degli Studi di Milano

Attraverso il lavoro di un gruppo di ricerca multidisciplinare, il progetto ha l’obiettivo di sostenere la filiera produttiva lattiero-casearia di montagna valorizzando le sue produzioni di alta qualità con la finalità di potenziare la sostenibilità e la resilienza delle attività agro-zootecniche. Si vuole determinare, tracciare e comunicare le caratteristiche dei diversi sistemi di allevamento basati su pascolo ed erba fresca sfalciata in termini di unicità dei prodotti latte e formaggio. La stima della disponibilità dei consumatori a pagare maggiormente un prodotto, sostenendo l’agricoltura montana attraverso il consumo di formaggi locali, contribuirà a migliorare la consapevolezza del consumatore sull’importanza di prodotti salubri con elevato valore nutraceutico e ad allineare la pianificazione delle politiche per la montagna alle richieste dei consumatori.

Erba di montagna: una dieta ideale per le bovine da latte

di Donata Cattaneo – Università degli studi di Milano

Gruppo di ricerca: D. Cattaneo, G. Savoini, Università degli studi di Milano

L’alimentazione al pascolo basata sul consumo di erba fresca può comportare notevoli vantaggi sia in relazione al benessere degli animali che alle caratteristiche nutrizionali e funzionali dei prodotti animali che ne derivano. Pascolo ed erba fresca sono una fonte naturale di acidi grassi essenziali poli-insaturi, precursori di componenti lipidici del latte con elevato valore nutrizionale, come gli acidi grassi poli-insaturi n-3 e i CLA. Le diete a base di erba fresca di montagna possono quindi arricchire il latte di componenti bioattivi in modo naturale ed economico. I risultati presentati hanno confermato le differenze composizionali fra diete estive a base di erba fresca e diete invernali nelle due aziende di montagna coinvolte nel progetto IALS.

Il valore nutrizionale del latte e dei formaggi di montagna

di Federica Bellagamba – Università degli studi di Milano

Gruppo di ricerca: F. Bellagamba, A. Lopez, T. Mentasti, Università degli studi di Milano

L’analisi degli acidi grassi nel formaggio ha fornito informazioni importanti riguardo il suo valore nutrizionale, ma anche indicazione circa la sua origine: distinguere una produzione di formaggio estivo da una invernale, una produzione di formaggio basata sulla pratica dell’alpeggio. La peculiarità che caratterizza la produzione estiva di formaggio di entrambe le aziende è l’alimentazione a base di erba fresca: di sfalcio fresco per un’azienda e di solo pascolo per l’altra azienda. Il profilo acidico dei formaggi analizzati riproduce in linea generale quanto già evidenziato dalle analisi del latte in cui si sono rilevate differenze significative del contenuto degli acidi grassi in quello estivo ed invernale e complessivamente anche un valore nutrizionale migliore del latte estivo. Il consumo di foraggio fresco ha determinato nei formaggi di entrambe le aziende un maggior contenuto di acidi grassi con un significato nutrizionale positivo per la salute del consumatore. Complessivamente la qualità nutrizionale del formaggio, intesa come presenza di acidi grassi che possono avere effetti benefici sulla salute dell’uomo, è risultata molto elevata soprattutto nelle produzioni estive, sebbene anche quella invernale sia risultata avere una qualità ottima da questo punto di vista.

Valutazione nutraceutica dei formaggi di montagna

di Pier Paolo Danieli – Università della Tuscia

Gruppo di ricerca: P. P. Danieli, B. Ronchi, U. Bernabucci, L. Basiricò, Università della Tuscia

Il latte è una materia prima preziosa e ricca di composti dalle interessanti proprietà nutritive e nutraceutiche. Tra questi, oltre ai grassi polinsaturi e agli acidi grassi caratteristici come gli isomeri dell’acido linoleico coniugato (CLA) o il l’acido vaccenivo (TVA), ai minerali come iodio e selenio ed altri ancora, il latte è composto da un’ampia gamma di proteine che possono generare peptidi dotati di attività biologica come i biopeptidi ACE-inibitori per i quali è accertata una certa attività anti-ipertensiva. Nell’ambito del progetto IALS s’è voluto studiare il potenziale ACE-inibitore dei peptidi presenti in estratti acquosi di formaggi di montagna in relazione alle aziende produttrici (due aziende piemontesi) e alla stagione di produzione (estiva vs. invernale). I risultati ottenuti sono incoraggianti: con una IC50 media pari 2,3 µg di peptidi per mL di estratto dai formaggi, i prodotti testati si collocano nel range di quelli potenzialmente interessanti sotto il punto di vista nutraceutico. Sono state inoltre osservate differenze tra le aziende e in base alla stagione di produzione, differenze probabilmente legate alla differente genetica degli animali in produzione, alla gestione dell’allevamento, alla disponibilità di foraggi freschi o di pascolo e presumibilmente anche alle pratiche di caseificazione. Ulteriori indagini sono in corso per valutare altri aspetti nutraceutici che possano consentire una migliore valorizzazione dei prodotti caseari di montagna.

Sostenere l’agricoltura di montagna grazie alla certificazione “Prodotto di montagna”: un approccio metodologico attraverso gli esperimenti di scelta

di Chiara Mazzocchi – Università degli studi di Milano

Gruppo di ricerca: C. Mazzocchi, G. Sali, Università degli studi di Milano

La valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici contribuisce alla sostenibilità dell’economia locale. L’Unione Europea ha introdotto il marchio “Prodotto di Montagna” (Commissione Europea, EUR-Lex 2014, Parlamento Europeo 2012) per promuovere la sostenibilità del sistema economico montano.

Obiettivo dello studio è stato quello di valutare la disponibilità dei consumatori a pagare per un formaggio tipico di montagna con diverse caratteristiche di produzione sostenibile, tra cui il marchio di “Prodotto di Montagna”, utilizzando l’approccio degli Esperimenti di Scelta.

I principali risultati confermano l’interesse degli intervistati per l’etichetta di “Prodotto di Montagna”, probabilmente per il rinnovato interesse dei consumatori per un processo produttivo rispettoso dell’ambiente e perché il territorio montano è percepito come portatore di valori positivi. Altri risultati emersi dallo studio sono stati la sensibilità dei giovani al tema del marchio “Prodotto di Montagna” e del benessere animale, suggerendo un target interessante a cui indirizzare strategie di marketing innovative.

Valorizzazione dei formaggi d’alpeggio: strategie di comunicazione per prodotti unici

di Eugenio Demartini – Università degli studi di Milano

Gruppo di ricerca: A. Gaviglio, E. Demartini, M. E. Marescotti, R. Filippini, Università degli studi di Milano; F. Verneau, F. La Barbera, M. Amato, Università degli Studi di Napoli Federico II

I formaggi di montagna vengono prodotti da aziende uniche, del tutto diverse dai caseifici tipicamente presenti nelle zone di pianura. Per produrre formaggi di montagna si utilizzano infatti processi tradizionali, risultato di una forte specializzazione e del legame con il territorio.

La produzione dei formaggi di montagna segue inoltre le stagioni e per questo si possono distinguere formaggi invernali ed estivi, obiettivo della ricerca è stato valutare le differenti disponibilità a pagare per prodotti realizzati in stagioni differenti, testando l’effetto di diverse informazioni e loghi sulle preferenze del consumatore. Per raggiungere lo scopo prefissato, è stata svolta un’asta online rappresentativa della popolazione italiana che ha dimostrato che l’informazione razionale sul benessere animale garantito nella stagione estiva aumenta sensibilmente la disponibilità a pagare dei consumatori. Meno efficaci sono invece i loghi, che comunque possono contribuire a valorizzare il prodotto montano.